Yoga. La via dell'integrazione by Osho

Yoga. La via dell'integrazione by Osho

autore:Osho, [Osho,]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Body; Mind & Spirit, General
ISBN: 9788852088605
Google: i5tnDwAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 2018-08-14T11:00:57+00:00


6. Semplicemente qui e ora

Per favore, spiega come è possibile che il semplice osservare, essere testimoni di quanto è registrato nelle cellule cerebrali, che sono le fonti del processo di pensiero, possa interrompere la loro esistenza.

Le cellule cerebrali non smettono mai di esistere, si spezza semplicemente l’identificazione. Dopo la sua illuminazione il Buddha visse nel suo corpo per quarant’anni: il corpo non smise di esistere. E per quarant’anni parlò senza mai smettere, spiegò, fece capire alle persone ciò che gli era accaduto, e come la stessa cosa potesse accadere anche a loro. Usava la mente; la mente non smise di esistere. E quando tornò nella sua città, dopo dodici anni di assenza, riconobbe suo padre, sua moglie, suo figlio. La mente era presente, altrimenti non poteva avvenire alcun riconoscimento.

Di fatto la mente non si era arrestata. Quando diciamo che la mente si arresta, vogliamo dire che si spezza la tua identificazione. Ora sai che questa è la mente e questo “sono io”. Il ponte si spezza. Ora la mente non è più padrona. È diventata un semplice strumento, è rientrata al posto che le spetta. Per cui, quando ne hai bisogno, la puoi usare. È simile a un ventilatore! Se lo vuoi far funzionare, lo accendi: a quel punto entra in funzione. In questo momento non lo stiamo usando, per cui non funziona! Eppure esiste, non ha smesso di esistere. In qualsiasi momento lo puoi utilizzare. Non è scomparso.

Il semplice essere testimone fa scomparire l’identificazione, non la mente. Ma con la scomparsa dell’identificazione tu sei un essere completamente nuovo. Per la prima volta arrivi a conoscere il tuo essere reale, la tua vera realtà.

Per la prima volta arrivi a conoscere chi sei. A quel punto la mente non è altro che un elemento del meccanismo che ti circonda.

È come se tu fossi il pilota di un aeroplano in volo: usi molti strumenti; i tuoi occhi lavorano su molti strumenti, sono continuamente all’erta in molte direzioni. Ma tu non sei quegli strumenti.

Questa mente, questo corpo e le diverse funzioni del corpomente sono semplicemente intorno a te, sono un meccanismo. In questo meccanismo puoi esistere in due modi. Uno è dimenticarti di te stesso e avere la sensazione di essere quel meccanismo. Questo ti imprigiona, ti procura infelicità; questo è il mondo, il samsara.

Un altro modo di funzionare è il seguente: accorgersi di essere separati, di essere diversi. In questo caso continui a usare il meccanismo, ma la differenza è enorme: ora quel meccanismo non è più te. E se qualcosa va storto nel meccanismo, puoi aggiustarlo, senza esserne disturbato. E se anche scomparisse l’intero meccanismo, tu non ne saresti disturbato.

Il Buddha che muore e la tua morte sono due fenomeni diversi. Il Buddha che muore sa che sta morendo solo il meccanismo: è stato usato, ora non serve più. Viene rimosso un peso; egli ne è libero. Ora fluirà senza una forma. Ma la tua morte è un fenomeno completamente diverso. Tu soffri, ti disperi, perché hai la sensazione di essere tu a morire, non il meccanismo.



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